Il sito archeologico di Monte Adranone, colonia selinuntina prima greca e poi contrafforte dell’eparchia cartaginese. Un frantoio per la molitura delle olive all’interno di una grande fattoria testimonia la continuità delle produzioni della “triade mediterranea” (vino, olio, grano).
Il progetto “Magon” è la possibilità di declinare da una peculiare angolazione un aspetto della storia plurisecolare che accomuna Sicilia occidentale e Tunisia con la creazione di un itinerario culturale “bifronte”, che punta a valorizzare le pregevoli risorse agricole ed archeologiche di entrambi i territori per favorire lo sviluppo di un’offerta turistica diffusa, articolata, colta, che presumiamo possa essere fortemente attrattiva e in grado di aggregare maggiormente e più strettamente il polo siculo-tunisino che caratterizza questo tratto del Mediterraneo centrale. La porzione di territorio siciliano interessata dal progetto è infatti tra le più significative dell’intero Mediterraneo antico e si contraddistingue per l’essere stata terreno di incontro tra Greci, Punici, Sicani ed Elimi, in una dinamica “ di frontiera” che realizza esperienze di reciproca, anche se non sempre indolore, integrazione culturale. Un territorio segnato dalla presenza del corso del Belìce, il fiume più importante della Sicilia occidentale e l’asse naturale di penetrazione dalla costa meridionale verso il litorale tirrenico, e dalla colonia greca di Selinunte, fondata nella seconda metà del VII secolo a.C. da nuclei di provenienza megarese, all’epoca la più estrema ed occidentale delle città greche del Mediterraneo.
Particolare di un ambiente destinato a magazzino
Vista panoramica del “quartiere artigianale”