Il progetto 2AS1.1/010 – MAGON è stato cofinanziato nel quadro dello Strumento delle Politiche di Vicinato dell’Unione Europea Instrument Europeen de Voisinage et de Partenariat (IEVP) e del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia – Tunisia 20017 – 2013 ( Italie tunisie: (http://www.italietunisie.eu) (Asse 1 : Développement et intégration régionale – Misura 1.1 Développement et intégration des filières économiques).

Importo: euro 784.471,04.
Beneficiario italiano: euro 463.693,28 (contributo = 402.293,22)
Partner tunisino: euro 320.777,76 (contributo = 274,340,85).
Durata prevista del progetto: 18 mesi – scadenza 30 giugno 2015.

Il nuovo circuito Magon entrerà a far parte dell’Itinerario Culturale “Iter Vitis-Les chemins de la vigne” riconosciuto dal Consiglio d’Europa in data 15 maggio 2009, che fa riferimento alla storia e alla cultura del vino fin dalle sue antiche origini, attraversando una straordinaria varietà di ecosistemi e di regioni viticole dal Caucaso all’Atlantico, lungo 13 Paesi (7 membri dell’Unione Europea e 6 non aderenti).

Per l’Europa il mondo del vino continua a rappresentare un asset strategico decisivo sia dal punto di vista delle tradizionali filiere di produzione agricola, agro-industriale e commerciale che da quello dei nuovi servizi dell’innovazione e del turismo. L’enoturismo ed il turismo enogastronomico rappresentano nuovi segmenti qualificati del turismo culturale, indicato dalle previsioni della World Tourism Organization in continua crescita anche in relazione all’evoluzione dei modelli di turismo sempre più caratterizzati da una frammentazione delle vacanze e da soggiorni più brevi.
Il turismo del vino, infatti, si sta affermando come un segmento del turismo culturale caratterizzato dalla ricerca di “esperienze” multisensoriali e di conoscenza che intercetta l’interesse sempre più diffuso dei produttori a riconnettere il vino delle bottiglie vendute in tutti i continenti alle sue radici territoriali di produzione. Come dimostrano gli investimenti sempre più diffusi per qualificare i sistemi di accoglienza turistica nelle cantine, a volte accompagnati da interventi di musealizzazione e di architettura del paesaggio dei vigneti. Questo processo di valorizzazione dei paesaggi vitivinicoli modellati dall’azione combinata della natura e dell’uomo in alcuni casi ha ottenuto il riconoscimento dell’UNESCO che li ha inseriti nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità.
Il “senso” dell’Itinerario Culturale “è quello di promuovere la “cultura del vino” come radice comune dell’identità Europea e Mediterranea, al contempo espressione di un’esperienza millenaria che risale al mondo classico greco-punico-romano e (in ragione di questa sua “unicità”) utile fattore di competitività nello scenario della globalizzazione.

In questa direzione, l’’Itinerario Culturale intitolato a MAGON intende contribuire alla diversificazione dell’offerta turistica, mettendo in rete quei territori che l’antica cultura della produzione del vino caratterizza come “luoghi” per molti versi ”unici” e irripetibili, in relazione alla millenaria esperienza di “saper fare” dei produttori e delle comunità locali che in quei territori hanno vissuto plasmandone i paesaggi agricoli, ambientali e storico-culturali.
La cultura del vino è “la chiave” che consente di aprire le porte della “conoscenza” non solo sui paesaggi agrari ma anche sui “paesaggi culturali” dei miti del mondo classico, specialmente in quei territori dove insistono Siti e Musei archeologici con un patrimonio che testimonia la rilevanza della cultura del vino nella vita delle antiche civiltà, anche in relazione alla sua dimensione sacrale e religiosa.

Ma la cultura del vino è anche accumulazione di saperi, ricerca scientifica e innovazione, sperimentazione di pratiche agricole e di vitigni che nel corso di secoli si adattano ai territori, ai loro climi e ai loro suoli. Senza dimenticare l’esperienza e la continuità della cultura contadina che, generazione dopo generazione, ha scolpito i paesaggi dei territori del vino e dato vita a “terroir” dai gusti e dai profumi sempre diversi. In questo senso la cultura del vino è anche conoscenza critica che rifiuta i processi di “omologazione globale” dei vini commerciali internazionali, fatti con la chimica e la finanza, che hanno conculcato i saperi della cultura agronomica dei viticultori e il patrimonio di biodiversità degli ecosistemi territoriali.

In tale quadro di riferimento il progetto “Magon” si propone di realizzare due “nodi
territoriali” della rete degli itinerari turistico-culturali “Iter Vitis”, uno nella Sicilia sudoccidentale e uno nel nord-est della Tunisia, connessi da un comune patrimonio di eredità che fa riferimento all’antica frontiera mediterranea tra Selinunte e Cartagine, il “limes” in cui si confrontarono per secoli la civiltà greca e quella fenicio-punica prima di essere inglobati nello spazio comune dell’Impero di Roma.
Gli studi recenti, peraltro, sollecitano una riconsiderazione di alcune comode certezze storiche che servono da fondamenta alle odierne convinzioni dell’Occidente sulla propria eredità culturale e intellettuale. Il “mondo classico” non fu mai una realizzazione esclusivamente greco-romana, ma il risultato di una serie ben più complessa di rapporti fra molti popoli e culture differenti.
Al di là delle vicende storiche che portarono alla conquista e alla distruzione di Selinunte da parte dei Cartaginesi (nel 409 a.C.) che stabilizzarono la loro presenza sulla Sicilia occidentale opponendosi per lungo tempo a Siracusa, su quell’antica frontiera si svilupparono fenomeni di sincretismo religioso e culturale ai quali non era estranea la ricchezza dell’agricoltura e degli scambi commerciali (ivi inclusa la ricca vitivinicoltura).

Un esempio particolarmente significativo è costituito dalla crescente importanza a Cartagine, dove venne adottato ufficialmente nel 396 a.C., del culto di Demetra (dea greca della fertilità) e di sua figlia Chore (la sposa di Ade, il re dell’oltretomba), di cui Diodoro ribadisce le origini siceliote. Mentre l’icona di Tanit, la dea della fertilità punica, veniva riprodotta sulle strade di Selinunte, all’ingresso delle abitazioni, allo stesso modo che a Cartagine e a Kerkouane sulla penisola di Capo Bon.